Tra tutti i cristalli che si possono trovare sulle Alpi, uno più di tutti rappresenta la purezza, la magnificenza e lo splendore di questa catena montuosa: il quarzo.
I cristallier, gli strahler, i “cacciatori di cristalli”, si avventurano in alta montagna, spesso ad oltre 3000 m, per cercare delle spaccature nella roccia (chiamate fessure alpine) dove si trovano i cristalli di quarzo. Cristalli di quarzo si trovano anche sulle morene dei ghiacciai. Il ghiaccio spesso stacca i cristalli dalle pareti e li deposita tra i detriti.
I cacciatori di cristalli scavano le montagne per passione, spinti dalla gioia di poter trovare tesori cristallini per poi esporli nelle vetrine di casa oppure per vendere i pezzi raccolti ad altri collezionisti.

I cristalli si sono formati durante la crescita delle montagne, nel momento in cui si stavano innalzando al cielo in preda alle spinte tettoniche che contrastavano la gravità e l’erosione atmosferica, è per questo che hanno raccolto l’essenza dei monti ancor prima dell’avvento dell’uomo.
Per approfondire l’argomento sulle fessure alpine ho scritto un precedente articolo che puoi leggere cliccando qui.
Perché il quarzo, minerale diffuso su tutta la Terra, sulle Alpi è eccezionale?
Ora lo mostrerò con i campioni della mia collezione.
Il quarzo stupisce per la sua purezza: i cristalli sono trasparenti e lucenti a tal punto che non sembra nemmeno possibile che siano naturali. Questa tipologia di quarzo viene chiamata “ialina” o “di rocca”.
Ma non solo, i quarzi delle Alpi sembrano riprodurre, con la loro forma (o abito), la montagna che li ospita e talvolta non è data da un solo cristallo ma da più individui cresciuti uno affianco all’altro e compenetrati.

I cristalli provenienti dalle Alpi vengono riconosciuti talvolta proprio per la loro forma: su queste montagne è diffuso l’abito (o forma) Tessiner o Ticinese. Le facce del prisma non sono parallele ma convergono verso il vertice del cristallo. Si viene a creare una figura dalla forma ardita ed aguzza che ricorda per certi versi la sagoma del monte Cervino, diversa da ogni altra montagna delle Alpi.


Non sempre i cristalli sono puri come quelli di rocca! Infatti, delle sostituzioni chimiche all’interno del loro reticolo, unite alla radioattività naturale delle rocce che li circondano, (come ad esempio i graniti) creano la combinazione giusta per avere dei cristalli eleganti, trasparenti ma color marrone, talvolta così intenso da raggiungere quasi il nero. Questi cristalli vengono chiamati quarzo fumé (o affumicato) e se quasi neri, quarzo morione. Una zona molto famosa per questa tipologia di campioni, è quella nord-orientale del massiccio del monte Bianco in territorio francese.

Talvolta succede che i cristalli vengono “coccolati” all’interno dello scrigno nel quale sono nati, così, anziché crescere verticalmente, ruotano quasi sotto ad un’incantesimo. Rari e ricercati sono i quarzi elicoidali o gwindel il cui abito assomiglia ad una palla o ad una pigna.

Un’altra “magia” può accadere nelle fessure alpine! Può succedere che subito dopo l’apertura della fessura, inizi a crescere un cristallo che si attacca ad entrambe le pareti della fessura. Se la fessura continua ad aprirsi, il cristallo (o i cristalli) si rompono lungo una superficie di frattura. Altro materiale che circola nella fessura rinsalda i due cristalli e il ciclo può ripetersi varie volte. La caparbietà del cristallo di quarzo consente la formazione di una cicatrice biancastra dovuta alla presenza di bolle di gas, che attraversa tutto il cristallo. Questa tipologia di cristalli viene chiamata con il termine tedesco quarzo “faden” che si può tradurre in quarzo “filo”.

Nel ventre della montagna, le fessure alpine, non ospitano solo quarzo ma altri minerali che si formano insieme o dopo al quarzo. Questo dipende dai fluidi che circolano nella roccia e dalle diverse temperature e pressioni che si susseguono nel tempo durante la crescita delle montagne. Come in un mazzo di fiori, anche in questo caso, la presenza di cristalli di specie diverse può dare origine a campioni di particolare bellezza, in particolare se i cristalli del quarzo inglobano quelli di altri minerali. Vengono a formarsi cristalli di quarzo dai colori e dalle trasparenze talvolta magiche.
Esempi sono il quarzo cloritizzato: il cristallo di quarzo viene ricoperto da sottili lamelle verdi madreperlacee di un minerale chiamato clorite che colora i cristalli di grigio-verde e rende “satinate” le superfici.

Un altro minerale, il rutilo, con i suoi sottili cristalli aghiformi, accende i cristalli di quarzo di un color giallo oro o rosso. E’ magnifico osservare questi sottili aghetti imprigionati nel regno cristallino del quarzo rutilato che crea una sorta di vetrina naturale.

Il fascino e il mistero che evocano questi capolavori della natura, affascinano a tal punto che si instaura un legame tra il collezionista e il cristallo. Alcuni pezzi vengono considerati incedibili da colui che li ha estratti dalla roccia con tanta difficoltà.
Talvolta le emozioni e i ricordi hanno un valore più forte della materia in sé e questo ne è l’esempio.
Per il motivo che il cristallo di rocca, più di altri minerali, richiama alle montagne, a luoghi inaccessibili e ad esperienze uniche, può ritenersi un minerale speciale, particolarmente apprezzato e amato.
Le foto e il testo sono dell’Autore.